L'ARTISTA GIANDANTE X VISTO ATTRAVERSO GLI OCCHI DI PAOLA DORIA
INTERVISTE
L'eclettico artista milanese è il protagonista di una recente pubblicazione, "Giandante X l'Uomo Nuovo" scritta dalla giornalista Paola Doria, grande appassionata e studiosa di Giandante X. Il libro è stato presentato per la prima volta a luglio con una mostra monografica a lui dedicata ed ora il libro, già molto apprezzato, torna con una nuova ristampa.
D: COME E’ NATA L’IDEA DI SCRIVERE UN LIBRO PROPRIO SU QUESTO ARTISTA?
R: Prima di tutto parto da come ho conosciuto questo artista. Me lo ha fatto scoprire quando ero ragazzina un mio parente di Novara, grande appassionato d’arte. In quell’occasione mi regalò un suo quadro e una monografia degli anni Sessanta. Mi affascinava l’idea che di questo artista si sapesse poco e da lì ho iniziato a fare ricerca. Ho ricercato i suoi quadri, i suoi libri. Negli anni ho trovato delle poesie e degli scritti inediti, ho parlato con persone che lo hanno conosciuto e con altre che sono suoi estimatori. La tesi della laurea specialistica l’ho dedicata a Giandante. L’idea di un libro c’è sempre stata ma era stata accantonata perché avevo anche altri progetti da portare avanti. La ricerca e lo studio di Giandante sono sempre proseguiti e, dopo la pandemia, mi sono decisa finalmente a dare spazio cartaceo a tutte le scoperte che ho fatto in circa quindici anni.
D: COSA TI HA AFFASCINATO DI PIU’ DELLA FIGURA E DELL’ARTE DI GIANDANTE?
R: I misteri mi hanno sempre affascinato e quindi come potevo non indagare su un pittore dai mille lati misteriosi? Inizialmente sono stata sorpresa dalla tecnica utilizzata: Giandante X nella sua maturità artistica utilizza in via preferenziale la tecnica della tempera ad encausto, utilizzata già dagli Antichi Romani e da Leonardo da Vinci per la sua “Battaglia di Anghiari”. Come poteva questo pittore essere riuscito a trovare una via per far “funzionare” questa tecnica che ha messo in difficoltà pure il grande Maestro? Eppure ci è riuscito… Lui stesso si definisce “espressionista costruttivista”: ogni opera era frutto di studio ed ogni gesto era calcolato in quanto la cera utilizzata nell’encausto si raffredda facilmente. I fondali sono sempre scuri nella pittura di Giandante e il colore, acceso e “primitivo” sembra fluttuare vibrante di vita nel nulla, leggero come un’idea ma allo stesso tempo concreto, materico e carico di vigore.
D: CI PUOI RACCONTARE IN BREVE CHI ERA GIANDANTE X?
R: Giandante è nato nel 1899. Da giovanissimo cerca più volte di scappare di casa per sfuggire alla vita borghese che ha scelto per lui la famiglia. Nel 1917 ci riesce e parte volontario per la Prima Guerra Mondiale. Al suo rientro, a soli 19 anni, si laurea in architettura e inizia a realizzare le sue prime mostre, la più famosa nel 1920 alla Galleria Vinciana di Milano con oltre venticinquemila disegni in bianco e nero. Rifiuta la cattedra in architettura e una collaborazione con un famoso studio olandese per non lasciare incompiuta la sua ricerca artistica e per non venir meno ai suoi principi. Nel 1936 raggiunge la Spagna dilaniata dalla Guerra Civile e diventa il principale disegnatore per la propaganda delle Brigate Internazionali. Verrà poi rinchiuso in diversi campi di concentramento dai quali insegnerà, in più lingue, ai detenuti, l’arte, la poesia e la letteratura. Tornato in Italia dopo la Liberazione nulla è rimasto di quello che aveva realizzato nel suo studio di Via Senato a Milano e ricomincia da capo. Pubblica opere poetiche, partecipa a conferenze e mette a punto in via definitiva la sua tecnica ad encausto che è il suo tratto distintivo. Gli anni Cinquanta e Sessanta sono quelli della maturità con opere già strutturate ma dalla grande leggerezza. Le ultime opere risalgono alla seconda metà degli anni Settanta. Morirà nel 1984.
D: UN CAPITOLO DEL LIBRO E’ DEDICATO INFATTI ALLA MORTE DI GIANDANTE X…
R: Si, per anni si è creduto fosse morto a Milano, invece non è così… Ho svolto parecchie ricerche anni fa è ho scoperto cose molto interessanti che sono inserite nel volume e che racconterò un po’ alla presentazione del libro…
D: QUAL E’ LO SCOPO DEL LIBRO?
R: La figura di Giandante va maggiormente valorizzata, cosa che purtroppo Milano, sua città natale, non ha mai fatto, nemmeno in tempi recenti. Questa figura artistica è da (ri)scoprire perché è una delle eccellenze artistiche della città e come tale va trattata e trovo davvero indelicato l’oblio nel quale la vogliono far scivolare. Ma di oblio vero e proprio non si tratta perché nel milanese (e non) ci sono tantissimi suoi estimatori. Giandante X ha conosciuto personaggi come Filippo Tommaso Marinetti, padre del Futurismo italiano, con il quale ebbe un acceso diverbio. Ha collaborato con Emanuele di Castelbarco, promotore di Tamara De Lempicka e con Arturo e Walter Toscanini. Ha ricevuto, negli anni, critiche positive da persone note come Carlo Carrà, Margherita Sarfatti, Mario Sironi ed Alfonso Gatto che hanno elogiato il tratto e la tecnica unica di Giandante. Quando era volontario in Spagna si era diffusa la notizia, falsa, della sua morte: in quell’occasione il mondo milanese della cultura si è unito per dedicare a lui serate, memorie e una veglia in suo onore. Parteciparono in tantissimi alla cerimonia: questo significa che la sua arte e le sue idee erano molto apprezzate e che era un personaggio stimato della cultura milanese.
Il libro è dedicato sia a chi già conosce Giandante (e a cui darà nuovi spunti e chiavi di lettura), sia a chi non conosce questo artista e cerca attraverso quello che lui ci ha lasciato (dipinti, disegni, scritti e poesie) di ricostruire la sua visione del mondo. Ho cercato anche di dare un ritratto più definito alla sua persona attraverso le fonti che ci sono già pervenute ma anche incontrando persone che lo hanno conosciuto e che mi hanno raccontato aneddoti lui riguardanti.
11/02/2023
La Redazione
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