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Giornale on line registrato al Tribunale di Pavia n. 2/2016

IL DUO VIGLIETTI E PIREDDU IN MOSTRA ALLA FUOCO E COLORE DI CANELLI

Foto IL DUO VIGLIETTI E PIREDDU IN MOSTRA ALLA FUOCO E COLORE DI CANELLI

INTERVISTE

Due personalità contrapposte: quella energica e strabordante di Piergiorgio Viglietti e quella pacata e precisa di Antonio Pireddu che contrastano e si completano. Due artisti e due amici che hanno deciso di esporre insieme alla Fuoco e Colore Contemporary Art Gallery di Canelli gestita da Barbara Brunettini e Stefano Sibona, una duplice personale che inaugurerà sabato alle 16.30. Entrambi amano i colori caldi ma l’uso che fanno del colore è estremamente diverso. Questa intervista doppia ha rischiato di creare un bell’incidente diplomatico sulla paternità dell’idea di esporre insieme, come leggerete tra poco, ma sono certa che i due artisti si faranno una grassa risata…
- SEI PARTE DELLA PRIMA COPPIA CHE ESPONE ALLA FUOCO E COLORE CONTEMPORARY ART GALLERY…
PIREDDU: A me ha fatto immensamente piacere che Giorgio (Viglietti ndr) mi abbia detto: se facciamo una mostra la facciamo insieme. Sono amico con Giorgio, ho visto i suoi lavori e devo dire che gli ultimi mi hanno piacevolmente sconvolto per la forza e i colori, lui ha tantissima fantasia. Io e Giorgio siamo due persone completamente diverse, lui riesce ad abbinare dei colori pazzeschi tra di loro mentre io cerco ispirazione dalla natura e dipingo dal vero.
VIGLIETTI: Ho già collaborato più volte con Barbara e Stefano e poi quando Antonio (Pireddu ndr) mi ha chiesto se volevamo fare una mostra insieme ho accettato con entusiasmo. Con Antonio c’è un buon rapporto e ci troviamo molto anche se siamo diversi.
- PARLACI UN PO’ DELLA TUA ARTE… COME TI SEI AVVICINATO ALLA PITTURA?
PIREDDU: Ho sempre avuto l’interesse per i quadri perché a casa mia non ce n’erano e li vedevo solo nelle case delle persone benestanti. Ho iniziato ad avere questa passione tramite mia sorella che faceva dei ricami: aveva delle stampe orientali con soggetti tradizionali dai colori sgargianti. Mi hanno affascinato e, dopo una mostra di un collega che dipingeva, mi sono chiesto se potevo realizzare qualcosa anch’io. Ho iniziato copiando l’arte giapponese e in un secondo momento mi sono avvicinato all’utilizzo dei colori ad olio. Quando metto sulla tavolozza i colori sono già contento perché so già che un’opera prenderà forma. Ho incominciato per piacere personale e poi ho avuto la fortuna di visitare molte mostre, soprattutto mi hanno colpito dei quadri dell’Ottocento in una galleria tempo fa e mi sono innamorato di questi artisti che facevano opere meravigliose. Ho poi avuto la fortuna di conoscere Giovanni Quaglia, un pittore di Canelli, del quale ero amico e lui mi ha spronato a fare dei dipinti, portarglieli da vedere e mi ha dato parecchi consigli. Mi ha regalato anche il suo cavalletto poco prima che mancasse, oggetto che mi è molto caro, ho preso molta influenza dalla sua pittura fatta principalmente di nature morte. La cosa più bella però è dipingere con amici en plein air: uno di loro è franco-russo e dipinge esclusivamente all’aria aperta con il pastello soffice. Lui mi ha avvicinato a questa tecnica e con lui ho partecipato ad alcune mostre ed esposizioni anche con pittori provenienti da molte nazioni. Ho avuto modo di vedere cose bellissime, strepitose, tante idee e stili diversi e grazie a lui ho imparato a fare cose un po’ più improvvisate. La soddisfazione è nel fare una cosa che mi piace ed essere contento del risultato. Ma il bello è anche condividere, un po’ come si fa per la conoscenza, fino a che la si lascia nel cassetto non porta giovamento a nessuno. Per cosa viviamo? Cosa c’è di più bello che condividere e discutere di cose che ci possono accomunare invece di guardare le differenze e le cose che ci dividono? Per lavoro e per necessità ho girato in diverse parti del mondo dall’Asia al Messico ed in ogni posto che andavo cercavo di assimilare la loro mentalità e i loro costumi, ho imparato a condividere e che nell’ascolto si porta a casa sempre qualcosa di positivo.
VIGLIETTI: ho sempre avuto la passione per la pittura ma non ho potuto frequentare il liceo artistico, ai tempi perché c’era solo a Cuneo ed era molto distante da casa. Ho sempre dipinto ma curiosamente lo facevo non con regolarità ma solo quando non stavo bene ed ero a casa in malattia per qualche giorno. In anni più recenti invece ho avuto più tempo da dedicare alla pittura e dal 2007 in poi è diventata una passione continua. Per un periodo sono andato ad imparare da un maestro, ma poi ho capito che dovevo prendere la mia strada. Questi anni mi sono stati molto utili soprattutto per imparare delle nozioni tecniche anche se sentivo l’esigenza di fare del tutto di testa mia. Avrò fatto più di trecento opere, resto mesi senza toccare pennello ma in questo periodo accumulo energie per creare e ripartire con nuove idee e stimoli.
- COME TI DESCRIVERESTI IN POCHE PAROLE E COME DESCRIVERESTI IL TUO MODO DI DIPINGERE?
PIREDDU: In primo luogo penso allo sfondo in un dipinto: un tavolo con dei vasi e un quadro nel quadro per dare più profondità, ad esempio. La disposizione degli oggetti nelle nature morte va sempre verso il raggiungimento di un equilibrio. Spesso prendo spunto da delle foto che faccio in modo che possa dipingere quei soggetti (frutta e verdura) anche quando sono fuori stagione. I colori vengono poi da sé: le zone d’ombra più scure, più chiaro dove batte la luce e si cerca di bilanciare anche i vari colori utilizzati, creando una composizione che sia piacevole.
VIGLIETTI: Voglio che la mia arte non sia sempre la stessa, se ora faccio una cosa domani deve essere differente. Ho bisogno di diversificare, di spaziare in più ambiti anche se ho bisogno sempre di un aggancio alla realtà, non riesco a fare un dipinto del tutto astratto. Mi hanno definito fauvista per i colori, eclettico perché voglio essere sempre diverso ed espressionista però dal mio punto di vista nessuno deve essere catalogato in una corrente, io non voglio esserlo, voglio essere io ed ogni volta essere differente.
- QUAL È LA TUA PRINCIPALE FONTE DI ISPIRAZIONE?
PIREDDU: I paesaggi mi danno una soddisfazione grande anche se a dipingerli dal vero uso il pastello soffice perché l’olio è un po’ più difficile da utilizzare dal vivo, soprattutto d’inverno. Ma con il pastello soffice “butti giù” il paesaggio e lo riprendi nella tranquillità dell’atelier in un secondo momento. Mi piace anche cimentarmi con dipinti che prendono ispirazione dall’Ottocento con pittori come Pierre Auguste Chardin che dipingeva quasi esclusivamente nature morte. Per esempio dipingere prugne mi piace tantissimo: in questo ho preso spunto da Giovanni Quaglia che aveva un dono della rappresentazione della natura ed era un signore sotto tutti gli aspetti.
VIGLIETTI: Va a periodi. C’è stato un periodo in cui l’ispirazione principale era il corpo, soprattutto femminile, gli sguardi, gli occhi. Ultimamente invece ho realizzato diversi paesaggi.
- SE DOVESSI SCEGLIERE UN COLORE SOLO DALLA TUA TAVOLOZZA QUALE SAREBBE? PERCHE’?
PIREDDU: Il giallo perché lo miscelerei con tutto quello che voglio, come ad esempio con il blu e con il rosso, a me piacciono le cromie calde, anche le ombre che cerco di rappresentare derivano sempre da colori caldi, i toni freddi in genere mi mettono un po’ di tristezza.
VIGLIETTI: Ora direi l’arancione perché è caldo ed è un’alternativa al rosso. Vorrei che le mie opere colpiscano al primo sguardo, deve essere il primo impatto quello che conta. A volte invece prendo i colori a caso ed improvviso...
- CI SONO ARTISTI, LUOGHI O PERSONE CHE TI HANNO INFLUENZATO?
PIREDDU: Come già accennato i dipinti dell’Ottocento e prima ancora le stampe orientali dai colori vivissimi accostati insieme.
VIGLIETTI: Mi piace tantissimo Renato Guttuso per i colori forti che ti bloccano, immagini non molto elaborate ma d’impatto.
- PARLIAMO DELLA PERSONALE A CANELLI. CI DAI QUALCHE ANTICIPAZIONE? QUALI OPERE PRESENTERAI?
PIREDDU: Ci saranno in mostra delle nevicate che ho fatto prima a pastello e poi ad olio, insieme a fiori, paesaggi e animali. A me piacciono in particolar modo i pennuti: germani reali, aquile… Presenterò anche qualche dipinto di ispirazione ottocentesca ed infine il primo che ho realizzato ad olio nel 1976 rappresentante delle volpoche, l’inizio di tutto.
VIGLIETTI: Presenterò delle opere fatte una decina di anni fa ed alcuni figurativi legati al periodo in cui mi piaceva dipingere il corpo femminile e poi altre opere più recenti che vanno verso l’astratto.
- COSA BOLLE IN PENTOLA PER IL FUTURO DOPO QUESTA ESPERIENZA?
PIREDDU: Ho accettato di fare questa mostra con Giorgio come un esperimento… in seguito continuerò facendo quello che ho fatto finora.
VIGLIETTI: Non ho particolari progetti, sto ricaricando le batterie per ricominciare a dipingere con nuove idee. Ultimamente mi sto appassionando all’acquerello, un acquerello ovviamente non tradizionale, sto sperimentando e mi sta dando delle soddisfazioni. L’acquerello è meno impegnativo, sporca meno, è più pratico, asciuga subito.
Antonio Pireddu e Piergiorgio Viglietti Vi aspettano alla Fuoco e Colore Contemporary Art Gallery di Canelli in Viale Libertà 49 a partire dal 5 marzo, giorno del vernissage che si terrà nel pomeriggio dalle ore 16.30. La mostra è visitabile fino al 20 marzo il venerdì e il sabato dalle 16,30 alle 18,30 e la domenica dalle 10 alle 12 oppure negli altri giorni su appuntamento. L’ingresso è libero e contingentato – gradito Green Pass.

02/03/2022

Paola Doria

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