Quattro chiacchiere con ... ARIANNA DURETTO
INTERVISTE
In “Fast and Furious” il personaggio interpretato da Vin Diesel diceva: “vivo la mia vita ad un quarto di miglio alla volta, non mi importa di nient’altro… per quei dieci secondi sono libero”. Non so perché ma dopo la chiacchierata con Arianna Duretto mi è venuta in mente questa frase. La sua anima colorata e vivace è completamente libera quando crea i suoi dipinti e guarda il mondo dalla prospettiva del colore. Le sue opere saranno le protagoniste della personale che inaugura il 6 gennaio prossimo presso la Fuoco e Colore Contemporary Art Gallery di Canelli.
D: Come ci si sente ad essere la prima del 2022 e soprattutto la prima donna che espone con una propria personale alla Fuoco e Colore Art Gallery?
R: Sai che sul momento non ci avevo pensato… è una grande gioia essere la prima del nuovo anno e la prima donna ad esporre. Questa è anche la mia prima personale quindi l’emozione è doppia. Spero che questo sia un buon segno per il 2022, che mi possa permettere di fare cose che non ero riuscita a fare prima, che questa personale mi porti fortuna per i miei progetti futuri.
D: Parlaci un po’ di Te e della Tua arte… come Ti sei avvicinata al mondo della pittura?
R: Ho 27 anni e ho intrapreso degli studi che non erano inerenti al mondo dell’arte prima al liceo della Comunicazione a Nizza Monferrato e poi Filosofia all’università, sono sempre stata attratta dal pensiero, dai diversi modi di comunicare. Nel privato disegnavo e dipingevo ma tenevo tutto per me e non avevo ancora capito che questo hobby sarebbe poi diventata una grande passione. Ho poi iniziato a lavorare: avevo trovato la mia indipendenza economica ma i ritmi e gli orari che facevo non mi permettevano di coltivare come avrei voluto la pittura. Ho capito fin da subito che quello del lavoro che svolgevo non era il mio mondo e in contemporanea ho frequentato un corso come tatuatrice. I ritmi di lavoro erano davvero intensi ma poi c’è stato il primo lockdown che mi ha permesso di ritrovare tempo per me da dedicare alla mia arte. Questo stop mi ha aiutato a riconnettermi con i miei desideri e con il mio io, a non trascurare quello che era davvero importante per me: le amicizie, la famiglia e le relazioni. Ho iniziato a dipingere di più e ad ascoltare me stessa. Dopo il secondo lockdown mi sono davvero accorta che stavo lavorando a dei ritmi che non mi permettevano di concentrarmi su me stessa e sui miei desideri. Il lavoro è importantissimo, soprattutto oggi, ma non bisogna vivere per lavorare ed essere totalmente risucchiati da esso. L’arte in questo periodo mi è stata molto utile non solo per liberarmi ed esprimere me stessa ma anche per trovare un equilibrio nella mia vita: l’arte è stata terapeutica per me, ho vissuto una sorta di rinascita e di liberazione.
D: Se ti dovessi definire in tre parole…
R: Semplice come la semplicità che ricerco nella vita e nelle relazioni, vivace come i colori della mia tavolozza ed infine sensibile.
D: Tra i Tuoi lavori ho visto molte figure femminili… Come è essere artista donna oggi?
R: La figura femminile mi è sempre piaciuta. Riesco a trovarci tante sfaccettature, sempre diverse. Sono una donna e vorrei una “rivoluzione” femminile, vorrei che ci fosse dato più spazio. Il volto mi piace esteticamente e trovo molte caratteristiche che mi ispirano. Seguo su Instagram moltissimi fotografi dai quali spesso traggo ispirazione per qualche dettaglio nei miei quadri. Per quanto riguarda essere donna artista oggi ti posso dire che purtroppo oggi è già difficoltoso essere artista perché normalmente questa non viene riconosciuta come professione, poi da quello che ho visto finora io non ho percepito questo grande divario, perché secondo me il problema sta proprio alla base e nella difficoltà di emergere come artista oggi e vedere riconosciuti la propria creatività ed il proprio lavoro.
D: Molti altri lavori che ho visto sono colorati ed informali invece…
R: La mia espressione artistica si divide in due mondi: il primo è quello del ritratto femminile e dei volti intrecciati tra di loro che molti mi hanno detto ricordino il Cubismo. Ogni situazione, ogni evento, ogni emozione si collega alle relazioni che intrecci e che vedi intorno a te. Viviamo di relazioni e di contatto con le persone e quindi mi è venuta in mente questa particolarità di intrecciare i volti. Questo lato è ciò che è esterno a me e ciò che mi sta a cuore comunicare anche attraverso tematiche come l’amore e l’integrazione. L’altra parte più astratta sono io, sono i miei pensieri. Quando ho bisogno di sfogarmi e tirare fuori le mie emozioni lo faccio così, buttando i colori su tela senza pensare troppo a quello che sto facendo. Il quadro è la soluzione ai miei problemi, è l’ordine caotico nei miei pensieri, è la mia libertà.
D: Quali sono le Tue fonti di ispirazione?
R: Mi ispiro molto ai temi dell’attualità, ai sentimenti della solidarietà, dell’unione, dell’integrazione e dell’amore.
D: Ci sono degli artisti che ammiri e che Ti hanno influenzata?
R: Di fatto non prendo consciamente ispirazione da nessuno ma il mio pittore preferito da sempre è Egon Schiele del primo Espressionismo viennese. Anche lui raffigurava dei volti ma in maniera più introspettiva e realistica ma con colori più tenui e freddi, lui è il mio pittore di riferimento. Ultimamente seguo molto di più la scena contemporanea attraverso i social che sono un grande mezzo di diffusione dell’arte.
D: La creazione è quel momento “magico” dove l’idea prende forma… Cosa provi in quel momento? Riesci a descrivermi le sensazioni provate nell’istante in cui inizia una nuova opera?
R: La maggior parte delle idee mi viene quando sto per andare a dormire e dipingo quasi sempre la sera. Spesso rimango nel letto con un’idea e quando succede devo alzarmi e vederla prendere forma, infatti faccio sempre le ore piccole. Mi vengono le idee di getto e di solito non faccio mai una bozza, prendo subito la tela ed inizio a dipingere quasi senza cancellare. Sento proprio una sensazione di liberazione nel gesto pittorico, come se mi togliessi il peso delle tensioni accumulate nella giornata trascorsa. In quel momento mi sento liberata, serena e al posto giusto.
D: In ogni artista vi è un lato irriverente… perché in fondo l’arte è irriverente solo per il fatto di esistere? Qual è questo Tuo lato? Dove lo si può notare?
R: Nei colori vivaci e nell’uso che faccio del nudo nei miei lavori. Quasi mai i protagonisti dei miei dipinti sono vestiti. Forse voglio provocare o forse voglio rivendicare la naturalità del nudo soprattutto per la donna.
D: A cosa pensi e/o cosa ascolti quando dipingi?
R: Molte volte sono io che canticchio mentre dipingo. La musica non l’ascolto molto spesso mentre realizzo le mie opere ma a volte metto brani casuali di artisti che non conosco e mi lascio un po’ trascinare dalle sensazioni che mi provoca la musica.
D: C’è un colore che ti piace maggiormente usare ed al quale non rinunceresti mai?
R: Sono i colori della pelle: dal rosa al marrone, tutte le sfumature della pelle perché rappresento tanti volti e tanti nudi. Poi accosto colori vivaci ma ai nudes non potrei mai rinunciare.
D: Parliamo della Tua personale a Canelli… Hai voluto seguire un fil rouge per la presentazione dei Tuoi lavori? Se sì quale?
R: Presenterò una trentina di opere divise sulle due stanze dello spazio e che rappresentano questi due lati della mia arte: i temi sociali e il mio io. Sarà una mostra molto personale perché racconta tanto di me e del mio mondo.
D: Progetti futuri?
R: Per prima cosa spero di riuscire a continuare ad esporre in altri luoghi e a proporre sempre nuove opere. Ho intenzione di tornare nel mondo dei tatuaggi a cui sono legata particolarmente ed un’altra cosa che mi piacerebbe molto fare è arte terapia. L’arte mi ha aiutato parecchio in passato ad elaborare e a tirare fuori le mie emozioni e mi piacerebbe approcciarmi all’arte terapia per poter aiutare altre persone. L’arte ha un potere importante per poter curare e uscire da momenti difficili: è una cosa che ho provato sulla mia pelle e credo sia utile anche ai bambini. Tramite Instagram inoltre ho avuto la possibilità di far vedere i miei lavori anche a persone che non mi conoscono e ci sono state delle ragazze che mi hanno chiesto informazioni, ho raccontato loro la mia esperienza, mi hanno detto che piacerebbe anche a loro fare un percorso “terapeutico” attraverso l’arte e mi avevano chiesto di vederci e di dipingere insieme. Questo mi ha dato l’idea di poter intraprendere un percorso studiando arte terapia e poter aiutare attraverso la pittura e la creatività.
Arianna Duretto Vi aspetta a Canelli presso la Fuoco e Colore Contemporary Art Gallery di Corso Libertà 49 dal 6 al 28 gennaio. Il vernissage si terrà il giorno 6 dalle ore 16.30. Gli orari dell’apertura sono dilatati rispetto al solito per evitare assembramenti, per l’ingresso, libero e contingentato, è gradito il green pass. La mostra è visitabile il venerdì e il sabato dalle 16,30 alle 18,30 e la domenica dalle 10 alle 12.
03/01/2022
Paola Doria
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