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CHANGE 2 - LA 3 A CAT MODA DEL CASALE: troppi stereotipi legati alla donna

Foto CHANGE 2 - LA 3 A CAT MODA DEL CASALE: troppi stereotipi legati alla donna

CHANGE 2

Pregiudizi, credenze non fondate, paura del diverso. Questi sono alcuni degli elementi che contribuiscono a far crescere gli stereotipi, soprattutto di genere. Questo è il punto iniziale da dove parte la riflessione della 3 A CAT MODA dell’Istituto Casale che a gran voce dice no agli stereotipi e alle generalizzazioni. “Molti sono gli stereotipi negativi sulla donna che vengono alimentati da brand famosi e purtroppo si diffonde una pessima immagine della donna come se fosse una prostituta o un oggetto. Gli stereotipi non dovrebbero nemmeno esistere. Ci dovrebbe essere sempre rispetto e non ci dovrebbero essere violenze di nessun tipo. Invece mentre gli uomini possono fare quello che vogliono, le donne vengono sempre giudicate” affermano in coro Elissa Piccione, Matteo Spiccia Matteo Scappaticci, Cecile Massari, Rossi Casè Emanuele, Milena Ramos, Francesco Cassinelli, Mai Mohamed,Nicolaci Pasquale, Matteo Pancrazi, Luca Albertelli, Antonino Infantino, e Lorenzo Polato. “Spesso si fa l’errore di sottovalutare certe situazioni sia dalla parte maschile che femminile” – sottolinea poi Emanuele Zatti ed “il problema è che gli stereotipi negativi sulla donna sono creati dai vertici delle più importanti società, avendo più cassa di risonanza” continua Martina Omini. La violenza nasce dalla fragilità, sostiene Bono Silvia, una fragilità dia di chi maltratta che ha paura di non essere “abbastanza” sia in fase successiva da chi subisce violenza perché si ritrova spiazzato all’interno di una situazione che si è creata senza quasi essersene reso conto. ”Molti uomini – afferma Riccardo Nicaia - pretendono di esercitare il loro potere sulle donne e di essere superiori ma di fatto non è così. Non sono da considerare uomini ma esseri schifosi che non dovrebbero nemmeno esistere. Non ci sono scuse: amare non è volere o possedere”. Questo vale per gli episodi di violenza che sentiamo tutti i giorni al telegiornale ma c’è anche un altro tipo di violenza, di mancanza di rispetto verso la propria persona e il proprio corpo, che si insinua più liberamente in molti ambiti della società. “Spesso le donne che si comportano in un certo modo non hanno rispetto di loro stesse. Dovremmo cercare di cambiare totalmente mentalità e abbattere gli stereotipi”, commenta Bianka Cicu. “In molti paesi del mondo la donna deve essere sottomessa all’uomo, non avere libertà di pensiero o parola e non può vestirsi nemmeno come vuole” (Stella Hu) mentre “la donna deve essere libera di esporre i propri pensieri e di non farsi sottomettere e trovare la forza di ribellarsi” (Andrea Aquilini). Dello stesso parere è Tommaso Vella che aggiunge: “gli stereotipi sulla donna non cesseranno mai perché più noi cerchiamo di cambiare mentalità più il genere umano in generale li disprezzerà”. Walid Bouzerda, invece distingue tra situazioni e persone: “non penso – dice - che tutti gli uomini siano uguali tra loro e nemmeno le donne. Alcuni stereotipi a mio parere sono veri mentre altri meno ma penso che tutto dipenda dal comportamento delle persone, di ogni sesso siano”. E i media che ruolo hanno in tutto questo? Perchè mostrano continuamente un’immagine della donna diversa da quella reale? Una risposta arriva da Liu Xiao He che conclude: “si dice che i media danno ciò che il pubblico vuole? Ma vuole davvero questo? Sono convinta che si rassegni a certe cose perché sono l’unica possibilità di scelta. Le persone dovrebbero iniziare a vedere il mondo con i propri occhi, senza maschere, e soprattutto senza seguire i potenti o perché fa moda, la società plasma a proprio piacimento le persone che la compongono”.

11/05/2019

La Redazione

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