CHANGE 2 - 4 A RONCALLI: UN BILANCIO POSITIVO SUL PROGETTO
CHANGE 2
I ragazzi della 4 A del Roncalli, una classe interamente composta da ragazzi, hanno voluto fare un bilancio del progetto e di quello che li aveva maggiormente colpiti durante gli incontri in classe con le psicologhe ed il laboratorio sui media. Quindi i punti che i ragazzi hanno toccato sono molti e vanno da commenti sulle pubblicità che sono state mostrate loro, sugli stereotipi o commenti generali sul progetto. Sugli spot mostrati, ad esempio, Oleg Romanguk ha detto: “la pubblicità ha tanta influenza sulla società, proprio per questo bisogna evitarla e non seguire la moda ma scegliere i vestiti o le atre cose che piacciono a noi e non ad altri. Non bisogna avere paura di essere giudicati o insultati dalle persone che seguono la massa e non pensano con la propria testa, bisogna fare quello che si ritiene giusto fare”. Sulla stessa scia del compagno anche Nuri Mansouri che afferma: “durante il progetto abbiamo visto come spesso i media attraverso le pubblicità o i giornali riescano a stereotipare le donne e classificarle come oggetti”. La riflessione sugli stereotipi presenti nella società parte da un ragazzo che ha voluto rimanere anonimo che va in parte in controtendenza: “le differenze di genere ci sono e non si può negarla. L’unica cosa che posso dire è che la sensibilizzazione attuale è inutile perché questa è utilizzata su un numero di persone insignificante,; le persone sensibili sono di gran lunga di numero inferiore a quelle non sensibili all’argomento. Se le donne vogliono la parità dei sessi non fare le vittime e aspettare che le cose cambino ma devono muoversi e attivarsi per far cambiare le cose”. Toh Williams, invece commenta: “la società di oggi purtroppo lancia messaggi sotto forma di stereotipi attraverso i media e le pubblicità che spesso portano giudizi negativi di genere o di tipo culturale. Tutto ciò fa sì che le persone inconsciamente ti giudichino senza fare una vera riflessione e valorizzare chi siamo realmente”. Luca Zanetti segue il compagno sostenendo che: “ attualmente ci sono ancora troppe persone che sostengono il fatto che tra uomo e donna ci siano differenze. Pregiudizi creati anche dai social media che influenzano il pensiero delle persone” e Lorenzo Beretta continua: “ogni persona, uomo o donna, è libero di scegliere quello che vuole dal modo di vestirsi al pensiero ma se si va da una persona, ad esempio, di una certa età dicendo che il colore rosa può essere anche un colore maschile potrebbe non essere d’accordo. Ognuno deve essere libero di scegliere ciò che vuole e se voglio mettere la felpa rosa la metto”. Sulla questione della felpa rosa per gli uomini ritorna Manuel Bouzidi che incalza: “non bisogna mai avere il timore di essere giudicati nemmeno per il modo di vestirsi come ad esempio indossare una felpa rosa per un maschio” Simone Guglielmo invece fa una riflessione sul Change2, dicendo che “nel progetto abbiamo visto tante cose brutte che possono essere fatte alle donne ma per fortuna le persone che pensano che la donna sia un oggetto sono poche ma ci sono ed è giusto combatterli per far sì che scompaiano questi stupidi stereotipi o pensieri. Questi incontri sono stati fatti da donne molto femministe e si è calcata l’attenzione sulla donna come vittima”. Edoardo De Vincenzo difende le donne sostenendo che “le ragazze dovrebbero essere più protette. Per quanto riguarda le pubblicità ci sono molti problemi sui doppi sensi, su spot ovviamente creati per vendere e insultare il genere femminile” mentre Crava Riccardo continua a parlare dei pregiudizi. “Il mondo – dice - è pieno di stereotipi che vengono trasmessi anche nelle pubblicità per farci sembrare che sia giusto comportarci in un certo modo. Fortunatamente sono cresciuto in una famiglia in cui questi stereotipi legati alla donna non sono presenti”. Manuel Bove riflette sulle ripercussioni che questi atteggiamenti legati ai pregiudizi che portano alla violenza hanno sulla società. “Non ci deve essere – sostiene - una superiorità da parte dell’uomo nei confronti di una donna. Non dovrebbero esserci limiti per i movimenti, il tipo di lavoro o il modo di vestirsi. Ovviamente questi ci sono a volte ma si può trattare di gelosia però è giusto che come l’uomo non ha limitazioni , nemmeno la donna dovrebbe averli. Le pene dello Stato italiano ai violenti, agli abusi sessuali, ai casi di cyberbullismo (minacce via social e messaggi mandati da profili falsi ad esempio) sono inutili, queste devono essere aumentate perché spesso all’uscita dalle carceri questi uomini cercano ancora vendetta”. Infine due ultimi commenti sull’andamento generale del progetto con Cristofer Stavar che commenta: “bisogna cambiare il modo di ragionare delle persone e non restare all’epoca primitiva perché ormai siamo nel 2019 e l’uomo e la donna sono uguali con gli stessi diritti senza essere giudicati dagli altri per le differenze di sesso o di etnia” e Aguie Nicaise che afferma che“il progetto è stato utile perché mi ha fatto aprire gli occhi sulla società. Ora so come reagire di fronte a determinati episodi o atteggiamenti”.
10/05/2019
La Redazione
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