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Il mugnaio e il sapore autentico di Grazia Nidasio

Foto Il mugnaio e il sapore autentico di Grazia Nidasio

CULTURA

Laggù, oltre la valle felice c’era un mulino e lì viveva un piccolo mugnaio innamorato di un amore grande, molto più grande di lui di nome Clementina. Ogni giorno pensava a lei e per conquistarla creava golose delizie soffici e cioccolatose. Mentre i dolci erano in forno sognava ad occhi aperti di essere baciato dalla sua bella, dopo averle regalato un morbido tegolino. Ahimè ogni volta era la stessa storia: lui era troppo piccolo per lei e quindi non veniva notato. Ma venivano gustate dalla sua amata le sue delizie quindi non si perdeva d’animo e con entusiasmo ritornava al suo mulino a prepararne delle altre. Chi ha più o meno la mia età è cresciuto mangiando quelle merendine e le storie del piccolo mugnaio di bianco vestito lo hanno accompagnato nella sua crescita e nei suoi pomeriggi al momento tanto desiderato della merenda. Il piccolo mugnaio bianco (vuoi mettere quanto era simpatico lui in confronto ad Antonio Banderas e alla sua gallina) era solo uno dei tanti personaggi che hanno preso vita dalla penna di Grazia Nidasio, scomparsa proprio in questi giorni di Festa a Certosa di Pavia dove risiedeva da molto tempo. È stata una delle disegnatrici storiche (per circa quarant’anni) del mitico Corriere dei Piccoli, che, con le sue avventure, faceva compagnia a migliaia di ragazzini ed è considerata la vera caposcuola del fumetto italiano. Oltre al piccolo mugnaio ha creato Valentina Mela Verde (che vince nel ’72 lo Yellow Kid al Salone Internazionale dei Comics) e la sorella Stefi, Violante, Scaramacai e il Dottor Oss, per citarne alcuni. Ha collaborato con moltissime testate, case editrici e prodotti editoriali come la Smemoranda (chi non aveva una Smemo alle medie e superiori?). Un mondo colorato, che si materializza sotto i nostri occhi con tratti eleganti e gentili fatto di vita reale che diventava la storia di un fumetto. Grazia Nidasio con le sue storie ha reso bello, interessante e persino poetico il quotidiano, le giornate di ragazzi e ragazze degli anni Settanta e Ottanta che leggevano le storie dei suoi personaggi. Facile raccontare di avventure pazzesche negli infiniti mondi del fantastico con protagoniste strane creature aliene dai poteri ancora ignoti. Più arduo è rendere interessante quello che è sotto gli occhi di tutti ogni giorno, lasciandoti il desiderio di acquistare il nuovo Corriere dei Piccoli, una settimana dopo, per vedere come va a finire. Se ne va un altro pezzetto di un puzzle grandissimo, forse infinito, della nostra e mia infanzia, un pezzettino fatto di cose che non si potevano toccare con mano ma con il cuore, che ci faceva giocare e ridere fino a sera senza avere nessun videogioco, tablet o smartphone nelle mani. La fantasia era l’unico mezzo tecnologico che si aveva a disposizione e ogni cosa era guadagnata non ottenuta grazie a capricci. Erano gli anni dello stare insieme con gli amichetti a giocare a palla in cortile, dell’essere aperti verso gli altri ed accettarli nei loro difetti invece di un mondo chiuso in cui si è soli pur essendo tra gli altri. Erano gli anni di cose in realtà poco tangibili ma che ci hanno segnato e che ci ricorderemo ancora fino a quando saremo anziani. Delle cose che anche se sono sparite rimarranno ancora per molto tempo. Del piccolo mugnaio e del suo amor Clementina a lungo ancor ci si ricorderà e Peppa Pig scomparire si vedrà?

26/12/2018

Paola Doria

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