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Le leggende di un Natale cupo

Foto Le leggende di un Natale cupo

CULTURA

Natale è il periodo dell’anno che tutti aspettiamo. Un momento di fede, di gioia per riscoprire il gusto di stare in famiglia e tra gli amici. A Natale si è tutti più buoni (o almeno si spera) e l’atmosfera si dipinge di un idilliaco colore. Ma non è tutto oro quello che luccica. Infatti c’è un lato oscuro di questa gioiosa festività che non si conosce così bene. Tante sono le leggende e credenze popolari che riguardano Babbo Natale, Capodanno o la Befana che proprio simpatiche non sono… Non aveva tutti i torti allora il regista Tim Burton che fece scalpore con il suo “Nightmare Before Christmas”, un capolavoro della stop motion che rivelava i malefici (ma non troppo) intenti di Jack Skeletron l’halloweenesco re delle zucche che voleva cancellare il Natale. Tante sono le credenze, soprattutto al Sud, che legano il cupo a questo luminoso periodo di speranza. In genere il Natale “pagano” è come Halloween legato al solstizio d’inverno, momento nel quale tra mondo dei vivi e mondo dei morti c’è più probabilità di comunicazione ed ecco che i doni acquistano valore simbolico di riappacificazione coi defunti. In Lombardia vi è la tradizione, sentita più una volta che in questi anni moderni, del s-chiocc ad Nadal, il ceppo natalizio col quale si accendeva il fuoco e nel quale venivano gettate briciole di pane e pezzetti di cibo come dono per i defunti. Questa “paura” dei morti che ritornano anche a Natale è molto diffusa in Europa e testimoniata più volte dall’antropologo Vladimir Propp che sostiene che, secondo le tradizioni popolari, il mondo dei morti sia più forte di quello dei vivi e che quindi vada “tenuto a bada” con piccoli sacrifici e doni propiziatori. Proseguiamo poi con Babbo Natale, la cui figura è tradizionalmente associata a San Nicola (Santa Claus) ma che potrebbe anche derivare da una leggenda norrena su Odino, padre degli dei, che teneva una battuta di caccia con altri dei e guerrieri valorosi caduti in guerra. I bambini dovevano mettere vicino al camino gli stivali pieni di carote, ortaggi vari e altre cibaglie per sfamare il suo cavallo Sleipnir e che Odino, in segno di riconoscenza, avrebbe trasformato in dolciumi. Un’altra tradizione germanica vuole Babbo Natale “antenato” di un sant’uomo errante (che derivi dalla figura di Odino errante?) che vagava di villaggio in villaggio alla ricerca di un demone che si nasconde nelle case attraverso i caminetti, aggredendo ed uccidendo i bimbi in modo orribile. Trovato il demone, il sant’uomo lo imprigiona con catene benedette e lo costringe a portare di casa in casa dolciumi a tutti i bambini. In altre versioni Nicola sarebbe invece il mostro cattivo chiamato Pelznikel (Nicola Peloso) che disturba i sonni felici dei bambini un po’ come per noi l’Uomo Nero. Secondo altre credenze, San Nicola – Babbo Natale avrebbe resuscitato nella notte di Natale tre bambini che erano stati macellati, squartati e messi in salamoia da un macellaio killer, un po’ come quello di “Non aprite quella porta”. La Befana è una festività, diventata molto popolare sotto il Fascismo, in cui una vecchietta porta dolciumi ai bambini buoni ma carbone a quelli cattivi. In molte credenze anche straniere la Befana non sarebbe altro che una personificazione allegorica della stagione invernale, una nemesi della bellissima Cerere, dea dell’abbondanza e dell’agricoltura. Ma la Befana può essere anche molto cattiva… In Puglia è la strega che, all’inizio dell’anno, porta con sé il Libro dei Morti dove sono elencate le persone che moriranno durante l’anno ma è anche colei che getta carbone negli occhi ai bambini cattivi. In molte regioni del Sud, nel periodo natalizio è proibito cucire. Narra la leggenda di una bambina che nella notte vide la Befana mentre stava rammendando. Questa, colta sul fatto disse: “Vedrai domani mattina”. La bambina si risvegliò con aghi e spilli conficcati nelle ginocchia. C’è ancora dell’altro… La Befana sarebbe la versione nostrana di una figura della mitologia nordica chiamata Berchta o Holda, figura sempre legata al periodo invernale. Ma vi sono davvero delle coincidenze tra la figura della Befana e la mitologia nordica. In Campania è proibito, sempre durante il periodo di festa, tagliarsi capelli, barba e unghie. Si narra di una strega che viene a raccogliere le unghie e li porta nella sua caverna per creare una pozione malefica. E se fosse un’inviata della mitologia norrena? Presso quelle popolazioni, così narra il mito, è proibito quando si tagliano le unghie buttarle, bisogna bruciarle per non affrettare il momento fatidico in cui sorgerà Naglfar, la nave infernale fatta di unghie, anche quelle dei morti (al cui timone vi sarà Loki dio delle malefatte), che segnerà la distruzione degli dei nel Ragnarök, un armageddon in cui il mondo verrà completamente distrutto (ma poi rigenerato). Dunque festeggiate pure il Natale ma con moderazione… Il Natale quando arriva arriva ma non si sa mai se nella sua versione tradizionale o in quella dark gothic….

21/12/2018

Paola Doria

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