VIGEVANO: la storia del Beato Matteo Carreri
CULTURA
Il Patrono ufficiale di Vigevano è Sant’Ambrogio ma i vigevanesi possono contare sulla protezione di un’altra persona importantissima. il Beato Matteo Carreri. il domenicano mantovano che ne è diventato il Protettore. A lui è dedicata la festa ottobrina e la chiesa di San Pietro Martire che ospita i suoi resti mortali è gremita di vigevanesi in preghiera. Il Beato Matteo diventa ufficialmente Protettore della città il 27 marzo 1518 per iniziativa della comunità civile convocata al Consiglio Generale: fu ratificata la promessa di protezione espressa dal Beato poco prima di morire. il 5 ottobre 1470. proprio presso il convento della chiesa di San Pietro Martire. Il Beato. infatti. prima di morire. aveva promesso che "avrebbe sempre pregato in cielo per la sua cara Vigevano". I sopravvissuti dell'ultima generazione che avevano visto il frate domenicano Matteo aiutare il popolo vigevanese e compiere azioni miracolose durante la sua esistenza e avevano assistito di persona alla promessa di protezione. convocarono il Consiglio Generale e lo dichiararono ufficialmente protettore. Ma chi era il Beato Matteo? Tutti sanno della sua esistenza ma ben pochi ne conoscono a fondo la storia... Nel 1418 in casa Carreri. a Mantova. venne alla luce Gian Francesco che poi da frate prese il nome di Matteo. in ebraico letteralmente “uomo di Dio”. Il padre era uno degli uomini di fiducia dei Gonzaga. più precisamente notaio di Gian Francesco Gonzaga e per far piacere al suo signore. battezzò il figlio proprio con lo stesso nome. Fin da piccolo il futuro Beato si dedicava allo studio e alle opere di pietà e carità cristiana. fino a quando decise di prendere i voti all’età di circa vent’anni. entrando nell’Ordine dei Predicatori. Anche all’epoca i giovani erano destinati a viaggiare e ad andare in aiuto di comunità in difficoltà e sottodimensionate e per questo motivo Frate Matteo girò per quasi tutta la sua vita in lungo e in largo l’Italia Centrale e Settentrionale. Fu attivo soprattutto nel Mantovano. nel Vicentino e nel Cremonese per poi spostarsi in Toscana e in Liguria. A Soncino. vicino a Cremona. riformò il convento di San Giacomo riportando i frati ad una fervente vita spirituale in linea con la regola: preghiera. contemplazione. studio e predicazione. Da lì si sposta a Savona e poi. nel 1450. dopo le celebrazioni romane del Giubileo. il viaggio da Pisa che lo riporta in nave a Savona. La nave subì un attacco da parte di briganti e pirati o corsari e. come ci narrano alcune testimonianze coeve. frate Matteo decise di agire. I corsari abbordarono la nave e iniziarono a derubare i passeggeri. sequestrando delle donne (fonti dicono madre e figlia) per portarsele via e magari rivenderle come schiave. Matteo supplicò il barbaro di rilasciare le due donne. senza atterrirsi delle minacce del corsaro. il quale liberò in un primo tempo la madre e. alle preghiere del frate che offriva se stesso in schiavitù. liberò pure la figlia. e a tutti diede la libertà.? Nel 1456 Matteo arriva a Vigevano per una serie di predicazioni nella chiesa di San Pietro Martire che era retta da padri domenicani (della congregazione riformata di Lombardia). che tenevano un convento con annesso noviziato. Dopo dieci anni Matteo ritorna a Vigevano per divenire maestro dei novizi e per trasmettere permanentemente ai frati e tutta la popolazione del luogo la passione della verità. della carità e della santità.? Ci vengono tramandati dei curiosi aneddoti che lo riguardano. Fu avvertito dai suoi confratelli dell’indecenza e della volgarità dei costumi e delle danze di alcuni saltimbanchi arrivati in città. Matteo si recò nel piazzale del “disonore” portando con se un nodoso bastone e cacciò tutti coloro che facevano disordine. con risentimento di taluni ufficiali del Duca Galeazzo Sforza. Questi. che stava nel cortile del castello di Vigevano. mandò a chiamare il frate per avere spiegazioni del suo operato. E Matteo persuase il Duca del dovere dell'autorità di seguire la legge morale per il bene comune. Il cammino verso la santità si basa sull’autentica Fede e sulla Carità verso gli altri fino a quando Matteo riceve la trasverberazione del cuore dal grande Crocifisso che si trova nella chiesa di San Pietro Martire in Vigevano. E come il cuore di Cristo. anche il cuore di Matteo rimase aperto fino al momento della morte: era il 5 ottobre 1470.?Tutti gli abitanti di Vigevano accorsero a venerare il "Beato" Matteo.? Dodici anni più tardi il papa Sisto IV permise per primo il culto del Beato e più avanti negli anni altri papi ne riconfermarono il culto. fissando per il 7 ottobre il giorno della celebrazione liturgica. Nel 1646 il corpo del Beato fu traslato nell'arca marmorea in cui riposava. nella chiesa di San Pietro Martire di Vigevano. alla cripta ricavata ai piedi dell'altare maggiore della stessa chiesa. La cripta fu successivamente ampliata ed abbellita fino a divenire un suggestivo "scurolo" con la spoglia del Beato posta nell'urna di cristallo. Ed i vigevanesi. in tempi bui. chiedono sempre al loro Beato Matteo una particolare protezione per il superamento dei tempi calamitosi.
09/10/2019
Paola Doria
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