GIUSEPPE FARRUGGELLO e la ricerca artistica dell'instabilità umana
CULTURA
Classe 1988. Pavia è la sua seconda casa. Giuseppe Farruggello si è trasferito nel capoluogo provinciale nel 2009 e questa città ha contribuito alla sua rinascita in ambito artistico. Arrivato a Pavia per lavoro. non era pratico della città e non aveva nessuna conoscenza. Così scatta in lui. dopo un periodo di “letargo artistico”. la voglia di esprimere nuovamente se stesso. “Mi ricordo – afferma Giuseppe – che ero in un centro del bricolage a cercare delle cose per casa e ne sono uscito con dei colori. I miei primi lavori si ispiravano lontanamente ad Amedeo Modigliani poi ho abbandonato una strada che per me era ancora troppo tradizionale e ne ho cercata una che mi rispecchiasse maggiormente”. L’arte. per Giuseppe. è una necessità. Fin da piccolo amava disegnare e questa necessità lo ha portato a frequentare l’Istituto d’arte a San Cataldo in Sicilia. poi alcuni anni in cui si allontana dall’arte ed infine con il trasferimento a Pavia. una nuova coscienza di se. Quella di Giuseppe è la dimostrazione del fatto che spesso le difficoltà arrivano per indicarci un percorso e non dobbiamo viverle in maniera negativa. Non si definisce un artista ma una “persona sedotta dall’arte che aspira a diventare artista”. E questa consapevolezza che non si è mai “arrivati” la trasmette con pacatezza anche quando parla. “L’arte - mi racconta – è una necessità innata nell’individuo che spesso è offuscata dal sovraccarico di immagini e stimoli ai quali siamo sottoposti. La persona deve discernere: deve lasciarsi influenzare da alcune cose ed accantonarne altre. cercando il proprio percorso. Dico sempre che ogni persona al suo interno ha una sorta di “animaletto” che rappresenta le proprie passioni e che questi più o meno regolarmente ha fame e ha bisogno di potersi esprimere. Deve dare sfogo alla sua idea di arte. deve farsi parte attiva del processo creativo. L’arte è la vita. è la bellezza della natura. I tramonti e i paesaggi sono le sue opere migliori”. E l’individuo sensibile all’arte deve saper cogliere la bellezza della natura e di quello che ci circonda. senza mai. almeno secondo Giuseppe. copiarla perché è già perfetta di suo. ma cercare di ascoltare il suo io. le proprie emozioni e “buttarle giù” nell’opera. “Spesso ci circondiamo – ammonisce – di tante cose materiali ma non di quello che abbiamo realmente bisogno. Le cose materiali non possono sostituire i sentimenti. l’amicizia. l’amore. la felicità ed è per questo che sfido me stesso nel cercare di rappresentare concetti astratti secondo il mio punto di vista”. L’artista lavora sul suo Io e sulla sua percezione del mondo che lo circonda. È un continuo passaggio dall’apertura (verso il mondo) alla chiusura (in sé stesso. nella riflessione) e ridurre questo andamento ondulatorio ad una dimensione più intima. Un’intimità che Giuseppe Farruggello non solo ricerca attraverso la concettualità. Le sue opere sono realizzate con lenzuola e non esiste per lui una misura standard ma questa varia a seconda del soggetto e dell’ispirazione. “Mi piace l’idea – mi spiega – di utilizzare delle lenzuola invece della semplice ed anonima tela che si può comprare in qualunque negozio di belle arti. Io utilizzo le lenzuola in cui dormo. infatti ogni tre quattro mesi cambiamo corredo alla camera da letto. ma il fatto di utilizzarle le rende più personali. come se io anche nel supporto lasciassi una parte di me”. Giuseppe Farruggello dipinge per terra o su di un tavolo in action painting e tecnica mista. Utilizza materiali vari come smalti. acrilici. vernici. oli. gesso e colle. La tecnica da lui utilizzata è perfetta per realizzare il suo campo d’interesse: il caos e l’imprevedibilità della vita e delle scelte umane. La mostra che sta inaugurando in Sicilia infatti è intitolata “Instabilità Umana”. perché. parole sue. “l’uomo è instabile. nel senso che è mutevole e così lo sono i comportamenti e la mia arte”. Pavia per Giuseppe è stata una nuova rinascita e nel corso della telefonata intercorsa tra noi più volte ha sottolineato come la città nella quale è arrivato a soli vent’anni. gli abbia dato tantissimo. “Qui ho conosciuto – afferma – persone stupende con cui mi sento davvero in sintonia come se le conoscessi da una vita. Nonostante non conoscessi nessuno al mio arrivo ho apprezzato da subito la città. anche gli aspetti che possono sembrare negativi come ad esempio le temperature più rigide in inverno. anzi. mi godevo l’inverno pavese. E’ una città che mi ha permesso di esprimermi e che. anche attraverso il lavoro che svolgo all’interno di una struttura medica. mi ha dato modo di riflettere su ciò che ci accade ogni giorno e di incanalare i miei pensieri nel fare artistico. Mi piacerebbe un domani realizzare una serie di opere su Pavia. su come si vede attraverso i mei occhi”. Giuseppe Farruggello si accinge ad inaugurare la sua prima personale in terra natia. Più precisamente il 28 settembre alle ore 19 (la mostra sarà visitabile fino al 4 ottobre) presso la Sala Coinsiliare Saetta e Livatino del Comune di Campobello di Licata in provincia di Agrigento. Un percorso di 25 opere realizzate tra il 2014 e il 2018 curato dall’artista Angelo Monachello e dallo storico dell’arte Calogero Brunetto. La mostra è stata organizzata grazie al Comune e alle associazioni che si sono rese disponibili (FIDAPA. PA.SOL giovani. TRIA CASALIA. Circolo Culturale Leonardo Da Vinci). “E’ un ritorno al mio paese natale davvero particolare – confessa – Non ci ritorno solamente per rivedere la mia famiglia ma anche per presentare il mio percorso artistico. È la prima volta che si installerà una mostra all’interno della sala consiliare e tutto l’impegno delle associazioni e del Comune in prima linea mi lusingano estremamente. Tutto è nato dal fatto che volevo che conoscessero la mia arte anche nel mio paese e non solo nella città che mi ha adottato. Ho parlato più volte con Angelo Monachello che è venuto anche a Pavia per vedere le mie opere e dove lavoravo e da lì è partita l’idea per un mio ritorno alle origini anche come persona che fa arte”.
27/09/2018
Paola Doria
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