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Keep Calm... Arriva Massimiliano Fabris alla Fuoco e Colore di Canelli

Foto Keep Calm... Arriva Massimiliano Fabris alla Fuoco e Colore di Canelli

INTERVISTE

Se fossimo in America lo definirei “bold”. Massimiliano Fabris ha la capacità di essere così, “bold”, ma nello stesso tempo leggero. Il suo essere molto presente con i tratti, i colori vivaci e la lucentezza cangiante dei frammenti di cd, sua firma stilistica ormai da anni, non gli impedisce di essere lieve, di dare a quei volti una dimensione eterea che non è reale ma è intensa come quella reale, come se vivessero in multiversi paralleli. È ingombrante, ha una forte personalità ma non è mai ridondante, l’occhio non rimane violentato da quegli accostamenti arditi di cromie ma scopre un nuovo mondo, fatto di emozioni, di sogni, di sorrisi e di gesti. Sono entrata metaforicamente nella tana dai colori psichedelici di Massimiliano Fabris ed ecco cosa ho scoperto…
Come Ti sei avvicinato al mondo dell’arte?
Non so se mi sono avvicinato o ci sono sempre stato. Mi è sempre piaciuto disegnare e dipingere anche da ragazzo, poi ho scelto un’altra strada ma ad un certo punto, per una situazione particolare che mi è successa, ho deciso di riavvicinarmi al mondo dell’arte… questo succedeva circa una quindicina di anni fa. Ho iniziato con l’aiuto di colui che considero il mio maestro, che era anche il nostro parroco, ora 93enne, don Mario Vanini, che mi ha spronato a iniziare la mia ricerca pittorica da autodidatta.
Quali sono il punto di partenza e quello di arrivo della Tua ricerca artistica?
Il punto di partenza è stata la sperimentazione, grazie a don Mario che mi ha aiutato come maestro, mi ha consigliato, mi ha supportato nel mio percorso artistico. All’inizio ho dipinto quasi di tutto per migliorare tecnicamente ma poi è scoccato l’amore per il colore pop e per i cd che sono diventati la mia cifra riconoscibile.
Da cosa trai ispirazione?
Un po’ da tutto: essendo molto pop ascolto musica, guardo film e serie tv. La mia fonte principale di ispirazione rimane però la musica. Non traggo spunto dai cantanti in sé ma dalle canzoni, dalle parole e dalle sensazioni che mi trasmettono i pezzi. Anche le persone sono un ottimo suggerimento iniziale: un atteggiamento, uno sguardo… e collego queste persone a miti e leggende, altro tema che amo molto dipingere.
E cosa ascolti?
La mia playlist varia continuamente. Inizio con la musica classica, che considero molto pop, come ad esempio il “Bolero” di Ravel, la “Carmen” di Bizet, passo per la tecno anni Novanta per finire con il pop contemporaneo. Uso la playlist per dipingere, sempre ad alto volume. Ai miei studenti (è anche professore all’ACME di Novara ndr) chiedo spesso che musica ascoltano. Se non conosco gli artisti vado ad ascoltarli. Ritengo che si capisca molto della persona, del suo mondo, dalla musica che ascolta, si riesce a capire che tipo di sensibilità ha sviluppato.
Come definiresti in poche parole la Tua arte?
Divertimento e comunicazione. Mi piace poter comunicare attraverso i colori la leggerezza e la felicità. Spero sempre che i miei lavori possano trasmettere un senso di felicità, di armonia, o un mix di sensazioni positive.
Usi spesso i CD come fonte di luce? Come mai questa scelta? Cosa Ti riesce a dare il CD rispetto ad altri materiali?
Uso anche vinili e altri materiali ma la mia cifra stilistica è l’uso del cd. I cd riescono a darmi dei particolari effetti di luce e di movimento. Con i vari tagli dei cd, in questi anni, ho imparato a dare sfumature diverse, producendo dei risultati incisivi per quello che voglio trasmettere e rappresentare. Quando ho l’idea di un nuovo quadro la prima cosa a cui penso è dove posizionare i frammenti di cd. È importante il soggetto ma è altrettanto forte l’idea dell’utilizzo dei cd.
La Tua estetica vira molto al pop… Cosa significa essere pop oggi rispetto al passato?
Non penso ci sia nessuna differenza. Andy Wahrol diceva che la pop art è un modo di amare le cose. Amando molto le cose e le persone, con il pop voglio dimostrare questo legame e queste sensazioni. Tendenzialmente sono un ritrattista quindi il colore e i cd sono la materia delle mie emozioni. Magritte diceva: “la realtà non è mai come si vede ma la verità è soprattutto immaginazione”. Parto spesso da questa frase pensando ai miei quadri e alla mia ricerca.
Quali sono gli artisti che più ammiri o che Ti piacciono/ che Ti hanno colpito?
L’arte mi piace tutta, soprattutto quella contemporanea ma per il passato cito Michelangelo. Mi piacciono molto anche Keith Haring per l’uso del colore e la creazione dei suoi personaggi, Magritte e Dalì, uno dei miei primi amori. Mi interesso di tutta la pittura da quella arcaica delle grotte di Lescaux fino alla scena contemporanea.
Come descriveresti il Tuo rapporto con il colore?
Un rapporto abbastanza contraddittorio: cerco sempre di urtare con il colore, nel senso positivo del termine. Parto da una frase della mia insegnante delle medie che diceva che non si deve mettere mai il rosso vicino al verde. Cosa che non mi trova affatto d’accordo: dipende sempre da cosa si rappresenta e dal contesto. Volutamente in certi quadri metto questi due colori abbinati tra loro perché mi piacciono molto insieme.
Se dovessi scegliere un solo colore dalla tavolozza, quello a cui non rinunceresti mai, quale sarebbe?
Il giallo. In qualsiasi quadro che io abbia mai fatto c’è il giallo. Mai senza di lui.
Cosa è per te la felicità?
Dipingere, essere sereni, essere leggeri nel prendere le cose della vita e fare le cose che mi piace fare.
Cosa ami?
Amo tutto quello che riguarda l’arte, le persone e amo la vita. Non la bella vita ma la vita.
E cosa detesti?
La supponenza e l’arrivismo.
ll motto della tua vita o della tua ricerca artistica è…
Il colore e la leggerezza
Se Ti dovessero chiedere di raffigurare l’attualità secondo il Tuo punto di vista, quale immagine vorresti rappresentare?
Ho guardato due immagini prima di questa intervista: il trailer di “Flash” che uscirà a giugno e la Regina Elisabetta con l’orso Paddington. Trovo entrambe le immagini fantastiche. L’attualità è più come Flash, veloce e leggera. La Regina davanti all’orsetto fa tenerezza: una persona così importante che riusciva a fare queste cose era un mito. La rappresenterei come Flash con la corona.
Sei molto attivo sui social… Come, secondo Te, hanno rivoluzionato il modo di fare arte e come possono essere di supporto agli artisti?
Non hanno rivoluzionato per nulla il modo di fare arte perché siamo ancora molto legati all’establishment artistico tradizionale soprattutto qui in Italia. Hanno favorito però la visibilità degli artisti, sui social ormai c’è spazio per tutto, hanno dato anche credibilità agli artisti emergenti che vedevano un po’ chiuso il mondo dell’arte, che è purtroppo ancora molto settoriale.
Parlaci dei lavori che porterai alla Fuoco e Colore Contemporary Art Gallery…
Per prima cito la linea dedicata alla Regina Elisabetta con le corone. Sono partito realizzando un suo ritratto. Alla maturità ho proprio parlato di lei e l’ho seguita per tutta la vita. Non ho mai voluto ritrarla ma quando è mancata ho sentito proprio il bisogno di raffigurarla. Ho fatto poi una mostra a Vercelli in una splendida sala affrescata che mi ricordava molto i palazzi inglesi… mi è venuta da lì l’ispirazione per le corone con il velluto e l’ermellino (finto ovviamente). Ne ho fatte cinque, mi sono divertito tantissimo a realizzarle con migliaia di pezzi di cd piccolissimi per riprodurre le varie pietre preziose. Ci saranno poi ritratti, un autoritratto (che è anche presente in locandina ndr) e la serie dedicata alle farfalle.
Progetti futuri?
Ho in pentola tante cose. Sono molto focalizzato su Flash ultimamente e sto realizzando un dipinto con lui come protagonista. Sto dipingendo dei ritratti e organizzerò delle mostre a maggio e giugno a Grignasco e a Gattico. Continuerò a collaborare con l’Acme di Novara perché mi diverto molto e amo insegnare. Sto definendo inoltre dei progetti con le scuole elementari perché mi piace lavorare con i bambini, loro ti danno davvero tanto. Sono la mia linfa vitale.
“Keep Calm with Massimiliano Fabris to Fuoco e Colore” vi aspetta da sabato 15 aprile fino al 25 aprile. L’inaugurazione si terrà il 15 alle ore 20.30 con la introduzione critica a cura della Prof.ssa Federica Mingozzi. La personale sarà visitabile domenica 16 dalle 10,30 alle 12,30, il 21 e il 22 dalle 17,30 alle 19,30 il 23 e il 25 aprile dalle 10,30 alle 12,30. Per visite fuori orario telefonare ai numeri: 3755640027 e 342802393.

12/04/2023

Paola Doria

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