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MARIALUISA SIVIERO: un tuffo nel passato tra pizzi e merletti

Foto MARIALUISA SIVIERO: un tuffo nel passato tra pizzi e merletti

INTERVISTE

Chi non si ricorda il film di Frank Capra “Arsenico e vecchi merletti” con l’affascinante Cary Grant? Qui non c’è il veleno e non ci sono nemmeno le due vecchiette inquietanti. Al loro posto invece c’è una simpaticissima signora, Marialuisa Siviero, che ci guida all’interno del suo atelier vigevanese a due passi da Piazza Ducale, un vero museo privato, chiamato “La Camelia Collezioni”. Sono rimasta letteralmente stupita dalla quantità e dalla qualità (elevatissima) delle cose che negli anni Marialuisa ha raccolto con amore e dedizione.
L’inizio della collezione privata è dovuto in qualche modo alla madre di Marialuisa, una passione che dura da 31 anni. “Ho iniziato – ci spiega - a collezionare pizzi, merletti e corredi. Sono rimasta affascinata da questi tesori fin da piccola in quanto mia mamma, di origini veneziane, era sarta e guardarobiera di casate nobiliari e vedendo mia mamma mi sono appassionata. Quando sono stata più grande lei mi spiegava ad esempio in cosa differiva il corredo di un conte da quello di un principe o un marchese e altre regole di “bon ton” del corredo e dell’abbigliamento legato comunque sempre al mondo dell’alta società. Negli anni ‘80 ero impiegata e ad un certo punto, dalla sera alla mattina, mi sono ritrovata senza lavoro, così ho deciso di seguire la mia passione e di intraprendere degli studi e ricerche da autodidatta sui pizzi, ricami, corredi e nel frattempo ricercarli attraverso diversi canali. Andavo soprattutto nel torinese e nel basso Piemonte dove c’era maggiormente il culto del corredo e spesso ho incontrato persone che mi hanno insegnato a realizzare questi pizzi. Dopo aver capito come si facevano, in un secondo momento, sono diventata un esperto e venivo chiamata da notai per stimare il valore dei corredi in seguito alla morte di persone anziane dotate di mezzi. Spesso gli eredi non davano particolare pregio a lenzuola, tendaggi e cose del genere, così capitava che mi elargivano dei lasciti perché per loro questo genere di cose aveva poco valore o non interessavano. Non solo... Gli antiquari che spesso seguivo e con cui ero in contatto trattavano per oggetti e arredamento ma non per i corredi ed i tessuti che non avevano mercato... quindi portavo a casa tutti quei pezzi interessanti in modo da poter arricchire la mia collezione. Per un periodo ho fatto anche mercatini dell’antiquariato come quello di Casale Monferrato, Nizza Monferrato e Moncalieri e vendevo biancheria antica andando via da Vigevano alle tre di mattino con ogni tipo di clima”.
Marialuisa ben presto, da cultrice e esperta di biancheria e pizzi diventa grazie a collaborazioni e “lezioni sul campo” anche una tra le prime restauratrice di pizzi, merletti e ricami d’epoca in Italia, attività che svolge ancora oggi.
“Nei mercatini o attraverso conoscenti - racconta - avevo modo di incontrare persone anziane una volta benestanti che volevano liberarsi dei loro corredi e capitava che parlando queste erano dell’alta società e mi invitavano a casa loro per vedere i corredi e valutare il loro valore. Succedeva in molti casi che mi raccontavano di quando realizzavano i pizzi per il corredo ecc... Così con umiltà e buona volontà mi sono fatta insegnare a realizzare quei pizzi. Finiva che facevamo quasi amicizia e in cambio disponevano dei lasciti a mio favore”.
È anche grazie a queste lezioni dal vivo, di cui Marialuisa conserva ancora i pizzi di prova, che riesce a diventare esperta del settore e a poter restaurare i vecchi pizzi e merletti. Questa attività le permette, insieme alle diverse consulenze, di poter continuare a raccogliere materiale per il suo museo privato e come restauratrice di pizzi ha anche qualche aneddoto curioso, come quello di quella volta che...
“Lavoravo molto a Milano e all’epoca, siamo intorno alla seconda metà degli anni Novanta – ricorda – mi aveva contattato una signora dell’alta società, Luisella Villa, che mi chiese se ero disponibile a visionare dei fazzoletti di una sua parente che necessitavano restauro. Dopo aver visionato le fotocopie dei fazzoletti, perché all’epoca non era facile come ora mandare foto, ho accettato il lavoro e abbiamo fissato un appuntamento nel mio atelier. Arrivarono tre donne e lì scopro che la parente in questione era Caroline di Monaco accompagnata dalla sua dama di compagnia e la sua assistente. Lei parlava in francese e ovviamente aveva un comportamento distaccato. Quando ha visto che la escludevo dalla conversazione perché non parlavo il francese (parlavo italiano con l’assistente) ha iniziato a parlare in italiano e a chiedermi del mio lavoro. Dopo il restauro dei fazzoletti ed un articolo sul giornale mi hanno fatto dono di tre fazzoletti appartenuti a Grace Kelly di cui uno ancora piegato con le cifre ricamate. Conservo ancora, insieme ai fazzoletti, la copia autografa del lascito firmata da Caroline di Monaco”.
Un museo immenso, quello di Marialuisa Siviero, che comprende accessori, vecchi giocattoli, vestiti, scarpe, borse, cappelli, bijoux d’epoca ma soprattutto tessuti. Tessuti dal Cinquecento fino agli anni Cinquanta e Sessanta ma anche tovaglie.
“Ho partecipato a parecchie mostre ed esposizioni come il Brocantage a Novegro nelle sue tantissime edizioni – ci spiega – ogni volta con un tema diverso: la biancheria intima, le borse, i profumi d’epoca, le scarpe, i vestiti di Carnevale d’epoca, la Belle Epoque e le tavole imbandite di tutte le epoche. In occasione di Expo ho prestato a dei clienti tovaglie per i vari padiglioni, per mostrare le differenze di come si imbandivano le tavole nei vari periodi storici in quanto ho materiale dal Cinquecento fino ai giorni nostri. Avevo proposto questo progetto all’assessorato all’Expo del Comune di Vigevano ma non ricevendo nessuna risposta e avendo richieste da parte di persone che avrebbero esposto ho deciso di muovermi autonomamente. Tra le mie attività infatti c’è quella di dare in prestito per mostre, eventi e progetti culturali abiti, tessuti e pizzi d’epoca per ricreare l’atmosfera di un tempo. Mi sto preparando per una mostra su Leonardo con dei tessuti dell’epoca e della tela molto simile a quella che lui usava per i suoi progetti”.
E intanto la collezione continua ad arricchirsi di pezzi unici e preziosi ( “non si troveranno mai due pizzi antichi uguali” afferma Marialuisa), dei veri e propri tesori che comprendono anche vestiti d’epoca di cui molti firmati e legati a personaggi noti come Eleonora Duse o Gabriele D’Annunzio oppure di un genere un po’ particolare come i veli da chiesa e i veli papali. “All’epoca tutte le donne per andare in chiesa indossavano il velo – precisa – di norma era nero mentre il bianco lo potevano indossare solo le regine cattoliche. Nella mia collezione ho centinaia di veli da chiesa di varie epoche e molti sono anche veli papali, ovvero che venivano indossati per andare ad un udienza con il Santo Padre. Un po’ di anni fa avevo fatto un’esposizione a tema di questi veli ed un giorno mi arriva una telefonata strana. Era il Vaticano che voleva avere maggiori informazioni circa questa parte della mia collezione. Infine a marzo del 2001 ho avuto udienza con il Papa ed è stata un’emozione fortissima, il colloquio è durato cinque minuti e dal Vaticano poi mi hanno mandato una cassetta con le immagini del nostro incontro. Ma non l’audio, per la privacy”.
Questo è solo un pezzetto delle tantissime cose che mi ha raccontato Marialuisa Siviero durante il nostro incontro. E andare da lei è stato come fare un tuffo nel passato e, attraverso gli abiti, pensare alla vita degli anni passati, a come è cambiato il nostro approccio agli abiti e alla biancheria della casa. Col il tempo la vita in e fuori casa, lo vediamo dagli oggetti anche, si è per molti aspetti semplificata: gli abiti femminili ad esempio sono leggeri e pratici mentre una volta erano formati da moltissimi strati, ricami e perline che rendevano pesanti gli “outfit” come direbbero le modaiole oggi. Vestirsi oggi è più semplice e la libertà di movimento è decisamente maggiore ma spesso e volentieri, camminando per strada, si vedono persone vestite ma raramente eleganti. L’eleganza è un concetto che si è perso, non solo nell’abbigliamento.
“Una persona elegante – conclude Marialuisa – è quella che ha un modo di fare pacato e piacevole, educato e anche se le epoche passano non dobbiamo mai dimenticarci che la gentilezza e i bei modi non devono mai passare di moda”.

19/04/2017

Paola Doria

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