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VIGEVANO: Ufo nella chiesa di San Carlo?

Foto VIGEVANO: Ufo nella chiesa di San Carlo?

CULTURA

“Para normale ma è ... normale” declamava un Ezio Greggio anni Ottanta con il suo personaggio Mr Tarocò nel mitico “Drive in”. Ma questa volta non si tratta di una nuova gag comica stile Zelig. È tutto vero. O almeno per chi ci crede. Gli Ufo (Unidentified Flying Object) sarebbero comparsi a Vigevano. E non si sta parlando di qualche film di fantascienza con effetti speciali o di qualche spot nelle sale cinematografiche locali. L’Ufo in questione è stato avvistato nientemeno che in un antico dipinto. Il custode di questo mistero che ha appassionato molti “cacciatori di Ufo” ed ha mobilitato pare anche la troupe di una nota trasmissione tv è la chiesa di San Carlo. Posta in via Boldrini a Vigevano, risale alla prima metà del Settecento ed è stata edificata dall’omonima congregazione che precedentemente aveva sede in altre chiese della città come la Madonna della Neve (sede anche della Confraternita della Morte) e San Rocco. La facciata dell’edificio di culto è in mattoni a vista con un campanile che ospita la campana dedicata ai caduti e dispersi in Russia durante la Seconda Guerra Mondiale. A chi entra per la prima volta nella chiesa pare una chiesa normale se non sa del particolare dipinto che è di fronte all’ingresso, in fondo, dietro l’altare. Il quadro “incriminato” è opera del pittore vigevanese Gian Battista Garberini risalente al 1850 (molti dicono sia del 1894) e ritrae l’Apoteosi di San Carlo Borromeo. Il santo è raffigurato con una veste rossa e la luce lo illumina dall’alto. È attorniato da chierici e da angeli e sullo sfondo vi è testimone la città di Vigevano. Fin qui nulla di strano... un quadro a tematica religiosa realizzato in segno di devozione verso il Santo, se non che... qualcosa di strano sorvola il cielo di Vigevano. Un Ufo? Non si sa che cosa abbia voluto raffigurare precisamente il Garberini ma certo è che tutti i personaggi immortalati nel dipinto guardano verso lo strano fenomeno celeste. In particolare vi è un chierichetto che guarda attentamente verso la città di Vigevano stilizzata con il suo campanile. Nel cielo è comparso un arcobaleno ma oltre la metà di questo c’è “qualcosa” che cavalca l’arco colorato. Che questo strano oggetto volante stia cercando la famosa pentola d’oro posta alla fine degli arcobaleni, come vuole una favola per bambini? Certamente l’oggetto in questione non è una nuvola: i suoi contorni non sono soffici ma ben delineati (anche se da lontano il particolare del presunto Ufo è impossibile da cogliere). L’attenzione dell’osservatore ovviamente non viene rapita immediatamente da questo dettaglio. L’occhio per primo si posa sulla figura centrale del Santo e lo sfondo della città (come per il dipinto che raffigura il martirio di San Dionigi nell’omonima chiesa vigevanese) fa da contorno ai personaggi. Ma il presunto Ufo, o qualunque cosa sia, è presente sulla tela e sicuramente avrà voluto significare qualcosa per l’autore del dipinto. Non avrebbe avuto senso rappresentarlo in caso contrario. Inoltre a differenza di un affresco che va concluso in tempi molto rapidi, la tela permette all’artista di poter indugiare sul soggetto e spesso di poter fare delle correzioni anche in corso d’opera. C’è da ipotizzare che questo oggetto sia stato apposto dal Garberini in un angolo del dipinto dopo un suo eventuale avvistamento? O che l’oggetto in questione (escludiamo possa essere un volatile per le dimensioni) sia un rimando a qualche leggenda perduta o un omaggio alle macchine volanti di Leonardo Da Vinci? Il caso vigevanese non è l’unico nella storia dell’arte. Più famosa è la vicenda legata alla “Madonna del Disco Volante”. Questo tondo è opera di un anonimo, forse allievo di Filippo Lippi e raffigura la Madonna, Gesù Bambino e San Giovannino. Anche qui nulla di strano... Un pastore sullo sfondo, con a fianco il suo fidato cane sta osservando in piedi e alza gli occhi al cielo. Lontano, sopra di loro uno strano “oggetto volante” dal colore grigio e dalla forma ovale, sembra una nave volante e nella parte superiore ha alcune sporgenze puntute. Un Ufo? Quello vigevanese è simile a quello raffigurato nel tondo di Palazzo Vecchio a Firenze ma è più piatto anche se il colore scuro è molto simile. Gian Battista Garberini ci stupisce ancora: un altro dipinto che porta la sua firma, “La deposizione dalla croce”, è il covo segreto di un ulteriore “fenomeno paranormale”. La scena rappresenta il classico topos della tradizione ma sullo sfondo di un cielo temporalesco, all’estrema destra vicino al bordo, compare un “oggetto non identificato” sospeso nel cielo plumbeo. Se l’oggetto raffigurato dal pittore vigevanese fosse davvero un Ufo? Il mistero rimarrà forse non svelato ma sicuramente l’artista preferisce (sempre in un periodo ipotetico) testimoniare l’accaduto con un piccolo dettaglio in un’opera già realizzata per non perdere la commissione dell’opera. Visti i pregiudizi non avrebbe potuto di certo realizzare un’intera opera dedicata all’avvistamento: la sua meta sarebbe stato il manicomio più vicino. Un’altra questione rimane in sospeso: quasi tutti i personaggi del dipinto osservano incuriositi quella “cosa” sospesa nei cieli di Vigevano. San Carlo, invece di imitare gli altri, lo indica. Il suo dito è prossimo all’oggetto in questione. L’uomo imparerà a volare solo decenni più tardi ed è da escludere che si fantasticasse già all’epoca su questi strani oggetti volanti. Un’altra ipotesi, se vogliamo proprio divertirci a fantasticare, sarebbe quella della committenza. Che il committente del dipinto avesse preso “lucciole per lanterne” ops, per Ufo? Immaginiamo Vigevano, a metà dell’Ottocento, dopo un violento temporale: ecco che spunta l’arcobaleno e per vederlo meglio l’uomo stropiccia gli occhi. Vede una macchia scura, tipica di quando si guarda direttamente il sole o ci si sfrega gli occhi. Pensa ad una manifestazione divina o a qualche segno del cielo e vuole che venga raffigurato all’interno di un dipinto, sullo sfondo, in sordina. Solo lui sa che cosa è quel punto scuro... E magari, dopo la sua morte, questo dipinto finisce in eredità alla chiesa di San Carlo. Questa può essere una spiegazione ma è quasi sicuramente da scartare date le importanti dimensioni dell’opera, dimensioni che sarebbero state impossibili per la collocazione di un dipinto in un’abitazione. Queste e altre mille sono le strade che potrebbero essere intraprese. Lasciamo i crucci sugli Ufo ad appassionati o alle trasmissioni tv come “Mistero” e “Voyager”. Nel frattempo il mistero del “San Carlo con Ufo” rimane celato nella cortina del tempo e dello spazio. Incontri ravvicinati del terzo tipo o strani misteri da svelare alla “Da Vinci Demons”?

26/07/2019

Paola Doria

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